DZIEŃ JĘZYKA OJCZYSTEGO - 21 LUTEGO 2023

 

LA GIORNATA MONDIALE DELLA LINGUA MADRE - 21 FEBBRAIO 2023

 

L' Associazione Pugliese Italo Polacca si complimenta con il signore Francesco Loseto, vincitrice del concorso di traduzione letteraria del frammento del romanzo di Renata Czarnecka dal polacco all'italiano. Ringraziamo a tutti i partecipanti.

La commissione è stata composta da:

Prof. Alessandro Parenti - Università di Trento

dr Aneta Banasik, PhD - Università di Pisa

 

Avanzava con prudenza, ciononostante lui poteva sentire il debole crepitio dei ramoscelli secchi che si spezzavano sotto i suoi piedi. Si fermò ai margini della foresta. La sua figura si scioglieva nel verde della selva e soltanto nel momento in cui si muoveva, il suo vestito color smeraldo brillava. Si fermò dietro di lei e affondò il volto tra i suoi capelli. Profumavano di lavanda. Desiderava essere ebbro di quel profumo, riempire la sua bocca assetata di baci, come di vino. Le sue carezze la intenerivano. Fin dal mattino si erano precipitati attraverso la foresta di Niepołomice, seguendo le tracce della selvaggina. Il frastuono dei cortigiani e l'abbaiare dei cani restavano lontani. Non udivano altro che il silenzio e, in esso, il fruscio degli alberi, gli animali spaventati nella foresta, i loro respiri e le loro tenere parole, come se la notte fosse troppo breve per le confessioni d'amore.

È passato qualche mese dall'arrivo di Bona in Polonia, e sono stati tempi lunghi e ricchi di sensazioni. Ogni giorno trascorso con il re rendeva il loro legame sempre più forte. Lei sentiva il suo amore e la sua devozione. Era pronto a farle raggiungere il settimo cielo. L'adorazione che le mostrava suscitava orgoglio in Bona, segreta ansia nei cortigiani. Non poteva più vivere senza di lei, assetato del suo volto sorridente e della gioia che lei contagiava, voleva stare sempre con lei e la chiamava il suo angelo. Si fece spazio fra i rami. Un raggio di luce le coprì il viso. Distolse lo sguardo, l'euforia le lampeggiava negli occhi.

" L’arco mio signore," disse dolcemente, tenendo gli occhi fissi sui due cerve che pascolavano nella radura, e tese la mano. Sigismondo le porse un arco e una freccia.

“Shh...” - si ritrasse, prese la mira, trattenne il respiro e scoccò la freccia. Il dardo colpì la cerva con precisione. Crollò a terra. L'altra, spaventata a morte, fuggì nel bosco. Bona si fece largo con forza fra i rami e, sfrondando la boscaglia, raggiunse la radura. Si chinò sull’animale.

"È morta! Dirò alla cuoca di farne un ottimo paté," disse guardando la cerva.   

Il re si avvicinò. Pieno di ammirazione, afferrò Bona dalla vita e, attirandola a sé, la baciò sulla bocca e le chiese con ammirazione:

"Chi ti ha insegnato tanta abilità, signora? Forse il tuo maestro potrebbe dare qualche lezione anche a me?"

 

Bona era confusa, fece scivolare via le mani e indietreggiò di qualche passo. Inclinò la testa di lato in modo che lui non vedesse l'improvvisa tristezza nei suoi occhi. Il ricordo di Ettore Pignatelli era più forte del buon senso, più forte del comando che sentiva nella sua testa: dimenticalo! Non pensarci! Ciò che è stato, è stato. Non puoi resuscitare i morti. Lui è morto. Morto!!!

 

Traduzione a cura di Francesco Loseto

 

CONCORSO DI TRADUZIONE LETTERARIA DAL POLACCO ALL' ITALIANO

 

L’ Associazione Pugliese Italo Polacca, in occasione della giornata mondiale della lingua madre, che si celebra il 21 febbraio, ha indetto un concorso di traduzione letteraria del brano di un romanzo di Renata Czarnecka dal polacco all'italiano. Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione ad un corso di lingua polacca per stranieri - livello A2.

Il brano che dovrà essere tradotto proviene dal libro "Ja, królowa Bona Sforza D'Aragona", il cui testo originale in lingua polacca è il seguente:

Szła ostrożnie, a mimo to słyszał delikatny trzask łamanych pod jej stopami suchych gałązek. Na skraju lasu zatrzymała się. Jej postać wtopiła się w zieleń puszczy i dopiero gdy się poruszyła, zalśniła jej szmaragdowa suknia. Stanął za nią i zanurzył twarz w jej włosach. Pachniały lawendą. Zapragnął nasycić się tą wonią, spragnione usta napoić pocałunkami, jak winem. Jego pieszczoty ją rozczuliły. Od rana gnali po Puszczy Niepołomickiej, tropiąc zwierzynę. Wrzawa dworzan i ujadanie psów zostały za nimi gdzieś daleko. Nie słyszeli już nic, jedynie ciszę, a w niej szum drzew, spłoszoną w kniei zwierzynę, swoje oddechy i czułe słowa, jakby noc była zbyt krótka na miłosne wyznania.

Od przybycia Bony do Polski minęło kilka miesięcy, długich i pełnych wrażeń. Każdy dzień spędzała z królem, każdy wiązał ich coraz mocniej. Czuła jego miłość i oddanie. Gotów był przychylić jej nieba. Uwielbienie, jakie jej okazywał, wzbudzało w Bonie dumę, w dworzanach tajony niepokój. On nie potrafił już bez niej żyć, spragniony jej roześmianego oblicza i radości, jaką zarażała, pragnął być przy niej zawsze i nazywał swoim aniołem. Rozchyliła gałązki. Smuga światła oblała jej oblicze. Spojrzała w dal, w jej oczach zapulsowała euforia.

– Łuk, panie – powiedziała cicho, nie spuszczając oczu z dwóch łani pasących się na polanie, i wyciągnęła rękę. Zygmunt podał łuk i strzałę.

– Ciii… – Naciągnęła cięciwę, wycelowała, wstrzymała oddech i wypuściła strzałę. Ostrze ugodziło sarnę celnie. Upadła. Druga, śmiertelnie przerażona, czmychnęła w knieje. Bona rozchyliła mocniej gałęzie i przedarłszy się przez gęstwinę, dotarła na polanę. Pochyliła się nad zwierzyną.

– Jest martwa! Każę kucharzowi przyrządzić z niej wyśmienity pasztet – rzekła, spoglądając na sarnę.

Król zbliżył się. Pełen podziwu pochwycił Bonę w pół i przyciągnąwszy ją do siebie, pocałował w usta i spytał z podziwem:

– Kto cię nauczył takiej zręczności, pani? Może i mnie dałby kilka lekcji.

 

Bona zmieszała się, zsunęła jego dłonie i odstąpiła parę kroków. Odchyliła w bok głowę, by nie zobaczył nagłego smutku w jej oczach. Wspomnienie Hektora Pignatellego było silniejsze od zdrowego rozsądku, silniejsze od rozkazu, który słyszała w swojej głowie: Zapomnij o nim! Nie wracaj do tego! Co się stało, to się nie odstanie. Nie wskrzesisz umarłego. On nie żyje. Nie żyje!!!

 

Regolamento:

1.    Al concorso possono partecipare tutte le persone maggiorenni.

 

2.   Il testo tradotto in italiano dovrà essere spedito a mezzo mail entro e non oltre il 15 febbraio 2023 al seguente indirizzo:

 poloniapuglia@gmail.com

 

3. La mail dovrà indicare nell’oggetto “Concorso BONA” e contenere oltre al testo tradotto dal polacco all’italiano i dati del partecipante (nome e cognome) e i recapiti di contatto.

 

4. Entro il giorno 21 febbraio verrà reso noto il nome del vincitore del concorso sul sito dell’ Associazione Pugliese Italo Polacca - www.assopuglieseitalopolacca.jimdo.com

 

5.  Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione completamente gratuita ad un corso di lingua polacca per stranieri (livello A2) della durata di un mese presso il Centro di lingua e cultura polacca della nostra Associazione a Bari.

 

6.  Il vincitore del concorso, non potrà cedere a qualsiasi titolo il premio vinto.


DZIEŃ JĘZYKA OJCZYSTEGO - 21 LUTEGO 2022

 

LA GIORNATA MONDIALE DELLA LINGUA MADRE - 21 FEBBRAIO 2022

 

L' Associazione Pugliese Italo Polacca si complimenta con la signora Maria Zotti, vincitrice del concorso di traduzione letteraria del frammento della favola di Maria Konopnicka dal polacco all'italiano. Ringraziamo a tutti i partecipanti.

La commissione è stata composta da:

Prof. Alessandro Parenti - Università di Trento

dr Aneta Banasik, PhD - Università di Pisa

 

I nani e l’ orfana Marysia

 

L’ inverno fu così rigido e lungo che il benevolo Luccichino, re dei Nani, congelò sul suo trono. La sua testa grigia si fece d’ argento dal gelo, ghiaccioli ghiacciati pendevano dalla barba, le sue sopracciglia irte dallo spesso strato di neve ghiacciata, divennero minacciose e severe; sulla corona, al posto delle perle, brillavano gocce di rugiada gelata e il vapore del suo respiro si posava come la neve sulle pareti di cristallo della sua grotta rocciosa. I fedeli sudditi del re, i vivaci nanetti, si avvolsero come potevano nei loro rossi mantelli e nei loro grandi cappucci. Molti di loro si erano fatti dei mantelli voluminosi e giacche corte a doppiopetto con muschi marroni e verdi, raccolti nella grande foresta di conifere ancora in autunno, con le pigne, con i funghi degli alberi, con pellicce di scoiattolo e anche con le penne che gli uccelli avevano perduto volando sul mare. Ma re Luccichino non poteva vestirsi in modo così povero e così comune. Doveva indossare in inverno e in estate una veste di color porpora, che essendo servita per secoli ai re dei Nani, era già ben consumata e il vento sibilava attraverso di essa. E mai, neanche ai suoi primi tempi, è stata una veste molto calda, perché il tessuto intrecciato con il filo di quei ragni rossi, che in primavera vagano per i posatoi, aveva solo lo spessore di una foglia di papavero.

 

Traduzione a cura di Maria Zotti

 

 

 

 

 

 

 

CONCORSO DI TRADUZIONE LETTERARIA DAL POLACCO ALL' ITALIANO

 

L’ Associazione Pugliese Italo Polacca, in occasione della giornata mondiale della lingua madre, che si celebra il 21 febbraio, ha indetto un concorso di traduzione letteraria del brano di una fiaba di Maria Konopnicka dal polacco all'italiano. Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione ad un corso di lingua polacca per stranieri - livello A2.

Il brano che dovrà essere tradotto è "O krasnoludkach i sierotce Marysi", il cui testo originale in lingua polacca è il seguente:

 

 

 

 

 

Zima była tak ciężka i długa, że miłościwy Błystek, król Krasnoludków, przymarzł do swojego tronu. Siwa jego głowa uczyniła się srebrną od szronu, u brody wisiały lodowe sople, brwi najeżone okiścią¹⁰ stały się groźne i srogie; w koronie, zamiast pereł, iskrzyły krople zamarznięte rosy, a para oddechu osiadała śniegiem na kryształowych ścianach jego skalnej groty. Wierni poddani króla, żwawe krasnoludki, otulali się jak mogli w swoje czerwone opończe¹¹ i w wielkie kaptury. Wielu z nich sporządziło sobie szuby¹² i spencery¹³ z mchów brunatnych i zielonych, uzbieranych w boru¹⁴ jeszcze na jesieni, z szyszek, z huby drzewnej, z wiewiórczych puchów, a nawet z piórek, które pogubiły ptaszki, lecące za morze. Ale król Błystek nie mógł się odziewać¹⁵ tak ubogo i tak pospolicie. On zimą i latem musiał nosić purpurową szatę, która od wieków służąc królom Krasnoludków, dobrze już była wytarta i wiatr przez nią świstał. Nigdy też, za nowych swoich czasów nawet, bardzo ciepłą szata owa nie była, ile że¹⁶ z przędzy¹⁷ tych czerwonych pajączków, co to wiosną po grzędach się snują, utkana, miała zaledwie grubość makowego listka.

 

¹⁰okiść — gruba warstwa przymarzniętego śniegu. [przypis edytorski]

¹¹opończa — rodzaj płaszcza, z kapturem, bez rękawów, noszonego między XIV a XVII wiekiem. [ przypis edytorski]

¹²szuba (daw.) — rodzaj wierzchniego, obszernego okrycia, bez zapięcia. Szuby przeważnie podbijano futrem w taki sposób, by stworzyć dodatkowe obszycie na brzegach materiału i uformować duży kołnierz. [ przypis edytorski]

¹³spencer (daw.) — krótka, dwurzędowa kurtka. [przypis edytorski]

¹⁴uzbieranych w boru — dziś popr. forma: Ms.lp: w borze; bór: duży las iglasty. [przypis edytorski]

¹⁵odziewać się (daw.) — ubierać się. [przypis edytorski]

¹⁶ile że (daw.) — ponieważ. [przypis edytorski]

¹7 przędza — nitka służąca do wyrobu m.in. tkanin. [przypis edytorski]

 

 

Regolamento:

1.    Al concorso possono partecipare tutte le persone maggiorenni.

 

2.   Il testo tradotto in italiano dovrà essere spedito a mezzo mail entro e non oltre il 15 febbraio 2022 al seguente indirizzo:

 poloniapuglia@gmail.com

 

3. La mail dovrà indicare nell’oggetto “Concorso Maria Konopnicka” e contenere oltre al testo tradotto dal polacco all’italiano i dati del partecipante (nome e cognome) e i recapiti di contatto.

 

4. Entro il giorno 21 febbraio verrà reso noto il nome del vincitore del concorso sul sito dell’ Associazione Pugliese Italo Polacca - www.assopuglieseitalopolacca.jimdo.com

 

5.  Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione completamente gratuita ad un corso di lingua polacca per stranieri (livello A2) della durata di un mese presso il Centro di lingua e cultura polacca della nostra Associazione a Bari.

 

6.  Il vincitore del concorso, non potrà cedere a qualsiasi titolo il premio vinto.


DZIEŃ JĘZYKA OJCZYSTEGO - 21 LUTEGO 2021

 

LA GIORNATA MONDIALE DELLA LINGUA MADRE - 21 FEBBRAIO 2021

 

L' Associazione Pugliese Italo Polacca si complimenta con la signora Maria Lonero, vincitrice del concorso di traduzione letteraria del racconto di Sławomir Mrożek dal polacco all'italiano. Ringraziamo a tutti i partecipanti.

La commissione è stata composta da:

Prof. Alessandro Parenti - Università di Trento

dr Aneta Banasik, PhD - Università di Pisa

 

Sławomir Mrożek

L’artista

 

Il Gallo lesse l’annuncio: “Abbiamo bisogno di animali – Il Circo”.

- Mi candiderò – disse piegando il giornale. – Ho sempre voluto fare l’artista.

Strada facendo sognava in grande:

- Fama, soldi. Forse persino qualche viaggio all’estero.

- E di ritorno – aggiunse la Volpe.

- Perché di ritorno? All’estero firmerò un contratto con la Metro Goldwyn Meyer.

Il direttore lo ricevette fuori dove al momento svolgeva le sue mansioni. Stavano infatti montando il tendone da circo.

Io e la Volpe ci fermammo lì vicino.

-  Molto gentile da parte sua essersi presentato. Posso conoscere il suo nome?

- Leone – si presentò il Gallo brevemente.

- Leone? – si stupì il direttore. - Ne è sicuro?

- Eventualmente tigre.

- Va bene. Visto ciò la prego di ruggire. Il Gallo ruggì come meglio sapeva fare.

- Sì, non male, ma ci sono leoni migliori di lei. Se fosse d’accordo a fare un gallo, la cosa sarebbe diversa. In questo caso potrei assumerla.

- Io non farò finta di essere un uccello solo per il suo piacere – disse offeso il Gallo.

- Allora la saluto.

Al ritorno il Gallo era cupo e taciturno. Alla fine, non ce l’ho più fatta.

- Che cosa ti è venuto in mente, perché volevi interpretare il leone?

- Come perché ... – ribatté al suo posto la Volpe. – Hai mai visto un artista senza ambizioni?

 

 

Traduzione dal polacco a cura di: Maria Lonero

 

 

 

 

CONCORSO DI TRADUZIONE LETTERARIA DAL POLACCO ALL'ITALIANO

 

L’ Associazione Pugliese Italo Polacca, in occasione della giornata mondiale della lingua madre, che si celebra il 21 febbraio, ha indetto un concorso di traduzione letteraria di un racconto di Sławomir Mrożek dal polacco all'italiano. Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione ad un corso di lingua polacca per stranieri - livello A2.

Il racconto che dovrà essere tradotto è "Artysta", il cui testo originale in lingua polacca è il seguente:

 

SŁAWOMIR MROŻEK

ARTYSTA

 

Kogut przeczytał ogłoszenie: „Potrzebujemy zwierząt – Cyrk”.

   Zgłoszę się – powiedział składając gazetę. – Zawsze chciałem być       artystą.

Po drodze snuł wielkie plany:

     –   Sława i pieniądze. A może nawet wyjazdy za granicę.

              –   I z powrotem – dodał Lis.

              –   Dlaczego z powrotem? Za granicą podpiszę kontrakt z Metro Godwyn Meyer.

    Dyrektor przyjął go na świeżym powietrzu, gdzie urzędował. Właśnie rozwijano namiot cyrkowy. Ja i Lis            zatrzymaliśmy się opodal.

              –   Bardzo mi miło, że pan się do nas zgłasza. Można poznać godność?

              –   Lew – przedstawił się Kogut krótko.

              –   Lew? – zdziwił się dyrektor. – Czy jest pan tego pewny?

              –   Ewentualnie tygrys.

              –   No dobrze. Wobec tego niech pan zaryczy. Kogut zaryczał jak umiał.

              –   Owszem, nieźle, ale są lepsze lwy od pana. Gdyby pan się zgodził na koguta, to co innego. Wtedy mógłbym pana        zaangażować.

              –   Ja dla pana przyjemności nie będę udawał ptaka – obraził się Kogut.

              –   Żegnam wobec tego.

W drodze powrotnej Kogut milczał ponuro. Wreszcie nie wytrzymałem.

              –   Co ci strzeliło do głowy, dlaczego chciałeś grać lwa?

              –   Jak to, dlaczego... – odpowiedział za niego Lis. – Czy widziałeś kiedy artystę bez  ambicji?

 

„Tygodnik Powszechny”, 22/1983


 

 

Regolamento:

1.    Al concorso possono partecipare tutte le persone maggiorenni.

 

2.   Il testo tradotto in italiano dovrà essere spedito a mezzo mail entro e non oltre il 14 febbraio 2021 al seguente indirizzo:

 aneta@apuliaonline.eu

 

3. La mail dovrà indicare nell’oggetto “Concorso Artysta” e contenere oltre al testo tradotto dal polacco all’italiano i dati del partecipante (nome e cognome) e i recapiti di contatto.

 

4. Entro il giorno 21 febbraio verrà reso noto il nome del vincitore del concorso sul sito dell’ Associazione Pugliese Italo Polacca - www.assopuglieseitalopolacca.jimdo.com

 

5.  Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione completamente gratuita ad un corso di lingua polacca per stranieri (livello A2) della durata di un mese presso il Centro di lingua e cultura polacca della nostra Associazione a Bari.

 

6.  Il vincitore del concorso, non potrà cedere a qualsiasi titolo il premio vinto.

 


LA GIORNATA MONDIALE DELLA LINGUA MADRE - 21 FEBBRAIO 2020

DZIEŃ JĘZYKA OJCZYSTEGO - 21 LUTEGO 2020

L' Associazione Pugliese Italo Polacca si complimenta con la  signora Maria Teresa Giorgio, vincitrice del concorso di traduzione letteraria della poesia Berenika di Halina Poświatowska dal polacco all'italiano. Ringraziamo a tutti i partecipanti.

La commissione è stata composta da:

Prof. Alessandro Parenti - Università di Trento

dr Aneta Banasik, PhD - Università di Pisa

 

Halina Poświatowska

Berenice

 

quando Berenice scalza

vendevano al mercato

ahi ahi ahi

lei aveva orecchini piangenti

e braccialetti che cantavano piano

ahi ahi

arrivò un povero dalle sopracciglia scure

e aveva solo vent’anni

ahi ahi

si fermò

guardò le sue gambe

gli orecchini danzanti

ahi

Berenice scalza dagli occhi neri

si mise le mani in testa

si passò le dita tra i capelli in preghiera

i braccialetti pesanti

ahi ahi

andò via il povero dalle sopracciglia scure

oh Berenice……

arrivò un vecchio con un sacco di monete

e le mise una corda intorno al collo

portò via

ahi

Berenice dai piedi scalzi

gli orecchini piangenti

alla veglia funebre

alla veglia funebre

ahi ahi ahi

 

Testo tradotto da Miriam Giorgio 

Traducendo “Berenika”

Ho partecipato con piacere al concorso di traduzione indetto dall’Associazione Pugliese Italo-Polacca di cui faccio parte e presso la quale seguo da qualche mese un corso di lingua polacca tenuto dalla Dr Aneta Banasik. Quello della traduzione, in particolare letteraria, è un argomento che mi ha sempre affascinata e che è stato oggetto di miei studi in passato; pertanto, ho trovato stimolante misurarmi con la traduzione di “Berenika”, una poesia fortemente evocativa della poetessa Halina Poświatowska, autrice che non conoscevo prima. Il polacco è una lingua a me molto cara e vicina per motivi biografici, ma che solo con questo corso ho cominciato a studiare sistematicamente. Vorrei condividere alcune riflessioni sulla mia esperienza di traduzione di questa poesia.

Alla prima lettura, avevo colto il senso generale del testo in polacco, ma non certo i dettagli, per i quali è stato necessario consultare il dizionario (cartaceo e on line) parola per parola, come quando traducevo dal latino al liceo! Certamente, però, alla prima lettura avevo notato la mancanza di punteggiatura e di maiuscole (tranne per il nome della protagonista) e il ritmo spezzato e cadenzato dall’interiezione “oj oj oj”, “oj oj”, “oj”; ho deciso subito che queste caratteristiche stilistiche sarebbero state conservate nel testo italiano.

La poesia contiene una narrazione e appare strutturata in quattro parti/strofe: Berenice al mercato, il giovane povero, Berenice e il giovane povero, il vecchio ricco e Berenice. Qui di seguito riporto alcune delle difficoltà grammaticali, lessicali e stilistiche incontrate traducendo e le soluzioni adottate.

1.       Presenza di verbi al passato, con tempi e forme non ancora studiati.

Per questi verbi, ho deciso di usare l’imperfetto indicativo nella prima parte, così da collocare Berenice in una dimensione più ampia e quasi atemporale, mentre ho utilizzato il passato remoto nelle altre parti, così da trasmettere drammaticità e un senso di ineluttabilità alle azioni del giovane, del vecchio e della stessa Berenice.

2.       Traduzione del primo verso

“Berenika” o “Berenice”? Se avessi conservato il nome proprio in polacco, avrei reso il personaggio più “esotico” e forse memorabile. Ho scelto di non farlo per favorire l’empatia del lettore italiano verso Berenice.

Inoltre, diverse sono state le opzioni da me considerate per introdurre il personaggio: “Berenice a piedi nudi”, “Berenice a piedi scalzi”, “la scalza Berenice”, “Berenice scalza”. Ho optato per “Berenice scalza” sia per la sonorità più aspra della parola “scalza” che per il maggiore risalto dato a questa condizione dalla semplice aggettivazione e dalla sua posizione alla fine del verso.

3.       “ahi ahi ahi”

Avevo inizialmente tradotto l’interiezione “oj” con “oh”. Ho accolto volentieri il suggerimento di Aneta e di un compagno di corso di sostituirla con “ahi”, parola più adatta perché veicola rimpianto, lamento, ma anche rimprovero.

4.       “piano” o “debolmente”?

Per l’avverbio “cienko” ho optato per “piano” piuttosto che per “debolmente” o “fievolmente” perché la parola “piano” è più breve, diretta, poetica e non infastidisce il ritmo.

5.       “gli orecchini”

Nella seconda e quarta parte, ho riflettuto sull’opportunità di far precedere “gli orecchini danzanti” e “gli orecchini piangenti” dalle preposizioni “con” e “da” rispettivamente, ma poi ho deciso di non farlo, rispettando così l’originale e in modo che gli oggetti nominati, accompagnati dai due aggettivi dal significato contrastante, avessero la funzione di correlativi oggettivi della diversa condizione di Berenice all’inizio e alla e fine della poesia.

6.       “Berenice dai piedi scalzi”

Nel quint’ultimo verso, ho scelto “Berenice dai piedi scalzi” piuttosto che “Berenice dai/a piedi nudi” o “Berenice a piedi scalzi” per dare unità al testo grazie sia alla variazione minima rispetto al primo verso (“Berenice scalza”) sia alla relazione di affinità che l’uso della stessa preposizione articolata stabilisce tra il giovane povero e Berenice (“dalle sopracciglia scure”, “dai piedi scalzi”). Per altro, questa affinità è già evocata nel testo dal fatto che ad ambedue è associato il colore nero (“occhi neri per Berenice” e “sopracciglia scure” per il giovane), caratteristica che, insieme ai piedi scalzi e ai monili, fa pensare anche a dei gitani.

7.       “monete” o “soldi”?

Ho scelto la prima alternativa perché in italiano “sacco di soldi” può significare prosaicamente “tanti soldi” e perché “monete” ha una connotazione più arcaica e “risuonante”, proprio come i braccialetti della giovane donna che il vecchio acquista al mercato.

8.       “stypa”

Infine, “stypa”. Il dizionario suggeriva “pranzo funebre”, ma questa traduzione avrebbe comportato, a mio parere, un eccessivo spaesamento nel lettore italiano, che presumibilmente ignora la tradizione polacca del pasto consumato con parenti e amici dopo un funerale. “Veglia funebre”, invece, mi è sembrata una traduzione più adatta per vari motivi: conserva la connotazione di rito condiviso con una comunità; inoltre, giacché una veglia si prolunga nel tempo, il termine recupera anche l’altro possibile significato di “stypa”, cioè “scia” e rievoca pure l’atto di trascinare suggerito dalla corda che il vecchio passa intorno al collo di Berenice.

In conclusione, provare a tradurre “Berenika” di Halina Poświatowska dal polacco all’italiano è stato un esercizio motivante e divertente. L’avere, poi, ascoltato le altre possibili traduzioni proposte dalle compagne e dai compagni di corso e l’aver partecipato alla discussione che ne è conseguita ha reso l’esperienza ancora più appassionante. Grazie, Aneta!

 

Miriam Giorgio


CONCORSO DI TRADUZIONE LETTERARIA DAL POLACCO ALL'ITALIANO

 

L’Associazione Pugliese Italo Polacca, in occasione della giornata mondiale della lingua madre, che si celebra il 21 febbraio, ha indetto un concorso di traduzione letteraria di una poesia di Halina Poświatowska dal polacco all'italiano. Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione ad un corso di lingua polacca per stranieri - livello A2.

La poesia che dovrà essere tradotta è "Berenika" di Halina Poświatowska, il cui testo originale in lingua polacca è il seguente:

 

Berenika

 

kie­dy bosą Be­re­ni­kę

sprze­da­wa­li na ryn­ku
aj aj aj
mia­ła pła­czą­ce kol­czy­ki
i bran­so­let­ki
któ­re śpie­wa­ły cien­ko
aj aj

przy­szedł z ciem­ną brwią ubo­gi
a miał tyl­ko dwa­dzie­ścia lat
aj aj
przy­sta­nął
po­pa­trzył na jej nogi
na tań­czą­ce kol­czy­ki
aj

Be­re­ni­ka czar­no­oka bosa
za­rzu­cia­ła ręce na gło­wę
pal­ce wmo­dli­ła we wło­sy
bran­so­let­ki cięż­ko
aj aj
od­szedł z ciem­ną brwią ubo­gi
Be­re­ni­ko..........

przy­szedł
z wor­kiem pie­nię­dzy sta­rzec
i za­rzu­cił na szy­ję po­wró­zek
po­pro­wa­dził
aj
Be­re­ni­kę bo­so­sto­pą
w roz­pła­ka­nych kol­czy­kach
na sty­pę
na sty­pę
aj aj aj


Regolamento:

1.    Al concorso possono partecipare tutte le persone maggiorenni.

2.   Il testo tradotto in italiano dovrà essere spedito a mezzo mail entro e non oltre il 18 febbraio 2020 al seguente indirizzo:

 aneta@apuliaonline.eu

 

3. La mail dovrà indicare nell’oggetto “Concorso Berenika” e contenere oltre al testo tradotto dal polacco all’italiano i dati del partecipante (nome e cognome) e i recapiti di contatto.

 

4. Entro il giorno 21 febbraio verrà reso noto il nome del vincitore del concorso sul sito dell’Associazione Pugliese Italo Polacca - www.assopuglieseitalopolacca.jimdo.com

 

5.  Il vincitore del concorso riceverà in premio la partecipazione completamente gratuita ad un corso di lingua polacca per stranieri (livello A2) della durata di un mese presso il Centro di lingua e cultura polacca della nostra Associazione a Bari.

 

6.  Il vincitore del concorso, non potrà cedere a qualsiasi titolo il premio vinto.